Il circolo anarchico ” G. Passannante” nasce per proporre e divulgare un modello sociale alternativo a quello attuale, basato sui principi fondanti del pensiero anarchico, ovvero l’assenza di una gerarchia di poteri, l’autonomia dei singoli individui e la loro libera associazione in comunità strutturate su principi uguali per tutti gli aderenti, in cui i mezzi di produzione siano condivisi e dunque disponibili alla realizzazione del benessere di tutti. Quello che crediamo è che la sostituzione dell’autorità con la libertà, della proprietà con la condivisione, della redditività capitalistica con l’autoproduzione riesca a porre le basi per il raggiungimento di un assetto societario più giusto per tutti, in cui libertà individuale e uguaglianza sociale vadano di pari passo. Siamo consapevoli che una trasformazione in tal senso non è attuabile in maniera istantanea ma crediamo sia possibile nel tempo e il nostro impegno è orientato a renderla sempre più vicina e concreta, mediante la duplice azione di divulgazione e di lotta, secondo modalità di volta in volta stabilite in assemblea, e tali da porsi costantemente in opposizione con l’attuale sistema di sfuttamento ed oppressione che miriamo a sovvertire.

L’informazione di massa trascura appositamente il significato storico di una certa corrente di pensiero e delle conseguenti azioni. Può un’idea che si basa sull’uguaglianza, la solidarietà e la soppressione dello sfruttamento essere considerata fanatica? Figure come Gaetano Bresci o Passannante, che hanno lottato per questi ideali erano forse dei fanatici? I giochi di parole utilizzati dai media per tacciare gli anarchici di fanatismo, facendoli apparire per teppisti invasati o per una frangia deviata del terrorismo, mistificano e distorcono la realtà dei fatti.

La realtà isolata delle periferie attanaglia le nostre vite, ci costringe a non vivere, semplicemente ad esistere passivamente tra ciò che ci circonda: tra le industrie agricole e la speculazione che distrugge la nostra terra e sfrutta chi non ha altro modo per vivere se non quello di essere schiavo, tra una politica autoreferenziale e classista e tra la totale assenza di spazi sociali e modi aggregativi realmente liberi. L’unica alternativa che ci viene lasciata è quella di continuare a vivere passivamente come consumatori, inseriti nella solita routine quotidiana fatta di lavoro, casa, chiesa (per qualcuno) e bar, non avendo altra possibilità se non l’alienazione delle nostre menti all’interno dello spettacolo teatrale della società che si ripete inesorabilmente ogni giorno e che ci costringe ad indossare maschere sempre uguali. Il degrado in cui ci costringono a vivere è la perenne mancanza di stimoli, l’immobilismo e l’impossibilità di cambiare le cose, l’accettazione passiva ed il fatalismo di chi tipicamente si è rassegnato a vedere sempre tutto uguale e non si aspetta null’altro: il problema della droga che viene vista come una disperata risposta da molti individui e che invece è solamente illusione e distrugge la facoltà creativa di pensare ed agire, un sistema educativo obsoleto che non riesce a dare ad un ragazzo null’altro che la possibilità di sopraffare gli altri, inculcandogli la competizione, oppure lasciarlo crescere in mezzo alla strada nel momento in cui egli non accetta le dure ed egoistiche leggi della società, un sistema lavorativo volto al profitto di pochi, che non ti permette di produrre liberamente, che crea un enorme massa di disoccupati e una piccola fetta di occupati insoddisfatti del loro mestiere, ottenuto spesso tramite raccomandazione o clientelismo, la totale assenza di luoghi condivisi, che possano permettere alla gente di sviluppare liberamente le proprie capacità ed i loro desideri.

Presto uscirà il numero 0 della fanzine del Circolo Anarchico Passannante.

La fanzine si chiamerà ORTICA.

Giovanni_passannante

Non sono né internazionalista, né socialista. Non capisco anzi che cosa significhino le parole internazionalismo e socialismo. Il mio ideale è la Repubblica Universale.

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